mercoledì 18 marzo 2009

Rispolverarci

1 commento:

Anonimo ha detto...

Massimo a detto:
A questo proposito voglio raccontarti una storia. é una storia Zen.

Quando era giovane Nan-in era alla ricerca di un Maestro Zen e quando lo trovò visse con lui per molti anni.
Un giorno il Maestro gli disse: «Adesso sei a posto. Sei quasi arrivato».
Il Maestro aveva detto “quasi”, per cui Nan-in chiese cosa volesse dire.
«Devo mandarti da un altro Maestro per qualche giorno, ti darà il tocco finale» rispose il Maestro.
Nan-in si eccitò molto e disse: «Mandami immediatamente!».
Gli fu data una lettera, e partì contento perché credeva di essere inviato da un Maestro migliore del suo. Quando arrivò, scoprì che non c'era nessun Maestro, trovò solo il padrone di una locanda, un semplice oste.
"Deve essere uno scherzo! Quest'uomo non può essere il mio ultimo Maestro? Come potrà darmi l'ultimo tocco?" pensò infastidito Nan-in. Ma ormai era lì, per cui pensò: "È meglio restare alcuni giorni, almeno per riposare, il viaggio è stato lungo. Poi tornerò a casa", per cui disse a quell'uomo: «Il mio Maestro ti manda questa lettera».
«Non so leggere», disse il locandiere. «Puoi tenerti la tua lettera, non ce n'è bisogno. Puoi stare qui lo stesso».
«Ma sono stato mandato per imparare qualcosa da te» ribatté Nan-in.
L'uomo rispose: «Sono solo un oste, non sono un Maestro, non sono un professore. Dev'esserci stato un errore. Forse sei venuto dalla persona sbagliata. Io sono un oste, non posso insegnare. Non so niente. Ma poiché sei venuto, puoi stare a osservarmi. Forse ti può essere d'aiuto. Riposa e osserva».
Ma non c'era niente da osservare. Al mattino l'uomo apriva le porte della locanda. Arrivavano gli avventori ed egli puliva le stoviglie, le pentole, gli utensili, ogni cosa e poi li serviva. E la sera, quando tutti i clienti se n'erano andati, e gli ospiti si recavano a dormire nei loro letti, egli puliva di nuovo: le pentole, gli utensili e ogni cosa. E il mattino successivo, ripeteva gli stessi gesti.
Al terzo giorno Nan-in era stufo.
«Non c'è niente da osservare: tu continui a pulire utensili, fai lavori normali, posso anche andare» disse.
Il locandiere rise, ma non gli rispose.
Nan-in tornò indietro. Era molto arrabbiato con il suo Maestro e quando lo vide gli chiese: «Perché? Perché mi hai mandato a fare un viaggio così lungo e così noioso, visto che quell'uomo era un semplice oste? E non mi ha insegnato nulla. Ha semplicemente detto: “Osserva”, mentre non c'era nulla da osservare!».
Il Maestro disse: «Eppure sei rimasto per tre o quattro giorni; anche se non c'era niente da guardare, tu hai guardato. Che cosa facevi?».
«Ho osservato.» Rispose Nan-in. «Di notte puliva gli utensili, le pentole. Metteva tutto a posto, e al mattino ricominciava di nuovo a pulire».
Il Maestro disse: «Questo, questo è l'insegnamento! Per questo ti ho mandato! Aveva pulito quelle pentole di notte, e al mattino ripuliva quelle pentole già pulite. Che cosa significa? Nella notte, anche se non era successo nulla, si erano sporcate di nuovo, si era raccolta un po' di polvere. Ebbene, tu puoi essere puro, adesso. Puoi essere innocente, ma devi pulirti a ogni istante. Puoi non fare nulla, però ti sporchi con il semplice passare del tempo, anche se non fai niente. Stando seduto sotto un albero, ti sporchi. E questa sporcizia non dipende dal fatto che hai commesso qualcosa di cattivo o di sbagliato. Accade con il semplice passare del tempo. La polvere si raccoglie, per cui devi continuamente pulire, e questo è l'ultimo tocco. Era necessario, perché sentivo che eri diventato orgoglioso di essere pulito, e non ti preoccupavi più della necessità di fare uno sforzo costante per pulirti. Devi morire a ogni istante e rinascere di nuovo, solo così sei libero dal falso sapere.»

Max