domenica 27 marzo 2011

EMERGENZA CULTURA

Anteprime, spettacoli, conferenze stampa sono i nuovi “palcoscenici” sui quali salgono di settimana in settimana lavoratori dello spettacolo, operatori culturali di biblioteche, musei ed enti culturali che vogliono rivendicare il diritto a una sopravvivenza. Perché la riduzione dello 0,3% del bilancio regionale che andrà a dimezzare lo 0,6% stanziato nel 2010 rischia di diventare letale per molte di quelle attività che con i loro spettacoli di teatro, danza, cinema, musica forniscono un ritorno importante in termini di indotto e di richiamo turistico, se ci si vuole fermare ai soli dati documentabili. Da alcune settimane il Comitato Emergenza Cultura promuove un appello rivolto a tutti gli abitanti del territorio piemontese affinché, in questo periodo di crisi, ritenendo di importanza strategica i beni e le attività culturali di pubblico interesse, firmino per sostenere la richiesta di ripristino dei fondi dello Stato, della Regione Piemonte e degli Enti Locali destinati alla cultura. “La cultura – si legge nel comunicato del Comitato – è un diritto sancito dalla Costituzione (Art. 9) e la sua promozione è un dovere delle Pubbliche Amministrazioni. Essa rappresenta un investimento, non una spesa. La cultura infatti sostiene la crescita del nostro Paese, la sua economia, la sua coesione sociale e il futuro delle nuove generazioni”.
Il dato che viene evidenziato maggiormente è lo sproporzione fra l’investimento regionale (0,3%) e la media europea (3%). Ma non solo. Secondo i dati Istat in Piemonte il settore culturale dà lavoro a 37.000 unità ma genera un indotto che ricade positivamente su 280.000 lavoratori. La cultura è strettamente connessa al turismo: dal 2002 al 2010 l’incremento di visitatori è stato del 43% e il 40% dei turisti affermano di venire in Piemonte perché attratti dai beni e dall’offerta culturale.
Gabriele Boccacini, direttore artistico di Stalker Teatro e Officine Kaos, è uno degli animatori del comitato: “Il coordinamento è nato spontaneamente per volontà di alcuni operatori del settore. I tagli previsti per il 2011 mettono in serio pericolo la sopravvivenza di molti organizzatori, istituti storici, cinema, università della terza età, teatri. Noi lottiamo per dare visibilità a questa problema”. Primo passo della strategia del Comitato sarà aprire un tavolo di crisi con Comune e Provincia. “Uno dei nostri obiettivi è poter essere parte attiva nella scrittura del prossimo piano strategico per la cultura. La prossima scadenza alla quale guardare è il 2019, anno in cui Torino potrebbe diventare – qualora un’eventuale candidatura andasse a buon fine – Capitale europea della cultura -. Potrebbe essere quella l’occasione per una riqualificazione che tenga conto anche delle periferie, dell’hinterland e delle province. Perché molto è stato fatto nel centro mentre tanto resta ancora da fare fuori dal centro storico”. Ieri, intanto, c’è stato un incontro in Provincia fra una delegazione del Comitato Emergenza Cultura (una decina di rappresentanti fra cui lo stesso Boccacini, Maurizio Babuin e Alessandro Gaido) e l’assessore provinciale alla Cultura Ugo Perone,  la presidente della Commissione Cultura della Provincia Loredana Devietti Goggia, la dirigente del settore Eventi Culturali della Città di Torino Angela La Rotella e il presidente della Commissione Cultura di Torino Luca Cassiani.
“Abbiamo discusso del problema più urgente: quello del salvataggio delle medie e piccole realtà che operano in campo culturale. Berlusconi, durante la sua visita a Torino per sostenere il candidato sindaco Michele Coppola, ha promesso soldi al Regio ma gli altri?” spiega Babuin che guida la Compagnia Santibriganti e la scuola di teatro Teatranza. È notizia di quest’oggi il ripristino di parte dei finanziamenti del Fus  ma per molti questo parziale dietrofront potrebbe non essere sufficiente. La battaglia va vinta anche su scala locale: “Con l’assessore provinciale Perone si è ipotizzata una cassa integrazione in deroga e si è prospettato di usufruire, in questi tempi di crisi, dei fondi europei riservati alla formazione”. L’assenza dei vertici regionali in questi colloqui è un dato di fatto. Il Comitato auspica che nell’immediato futuro anche la Regione Piemonte prenda parte ai tavoli di discussione, così come la prefettura e i parlamentari piemontesi: “Credo che la strada più fruttifera – continua Babuin – sia quella di stabilire un dialogo fra le grandi realtà, come il Regio e lo Stabile, e le piccole. Nell’incontro della scorsa settimana alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo erano presenti solo 4 consiglieri regionali. Occorre una maggiore sensibilizzazione della politica che non deve interessare solamente l’Assessorato alla Cultura. La gravità della situazione richiede che entrino nel merito anche gli Assessorati al Bilancio e al Lavoro, solo così potremo generare progettualità proficue per uscire da questa crisi”.
 

23 marzo 2011

Autore: Davide Mazzocco