giovedì 1 maggio 2008

proletari


Carissima Angela, l'ultima volta che io sfilai fu il 1 Maggio del 1982.
Ti mando degli scritti che feci in quell'anno, mi sembrano moto attuali.
Un abbraccio affettuoso Salvo.

1 Maggio 1982

Come sempre, ogni anno in piazza ho incontrato tanti compagni che non vedevo da tempo.
Compagni di lotta e di scontri politici, tante facce conosciute e tante altre sconosciute.
In molti di loro c'è ancora quella carica che li fa gridare contro un sistema marcio, che non a saputo cogliere quanto di nuovo veniva domandato, un sistema che non ha voluto trasformare, cambiare, ma arrocatosi nel più bieco conservatorismo a represso
Quanto di nuovo veniva domandato, ha disgregato quelle forze sane che erano i germogli dei semi gettati con le lotte degli anni 60.
Dentro di me sento tutta la disgregazione esistente, le delusioni, le sconfitte.
Ma avanti, si sfila ancora in questo 1 Maggio, con caparbietà, urlando che è ancora possibile cambiare, ma è ancora possibile?
Quanti ormai mancano a questo appuntamento del 1 Maggio, quanti sono quelli che non ci credono più? Si dichiarano sconfitti.
Ma avanti lo stesso, in Piazza S. Carlo c'è un sindacalista che parla, parla, parla ma le sue parole nessuno le ascolta, sono parole sentite e risentite migliaia di volte, sempre uguali; che minacciano, propongono, promettono, ma nessuno le ascolta, perché tutti sanno che domani sarà come ieri e alle parole seguiranno fatti opposti alle intenzioni espresse. Sento dentro, nel mio profondo io, tutte le contraddizioni che il movimento vive. Troppi valori borghesi sono ormai radicati nelle coscienze dei proletari e la sinistra li incrementa, li fa suoi, come pure il sindacato.
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4/4/82
Ero una cellula, una cellula errante, una cellula oppressa sfruttata, in cerca di un corpo, un corpo robusto, forte, intelligente che guidasse tutte le sue cellule alla liberazione dallo sfruttamento, del lavoro alienante che realizzasse l'essenza dell'essere.
Trovai quel corpo, per anni sembrò che si realizzasse il sogno di tutti gli sfruttati.
Per anni quel corpo gigantesco lottò contro le ingiustizie, contro lo sfruttamento per la liberazione dell'uomo.
Ma poi si ammalo, un cancro si insedio nel suo cervello.
Le cellule, senza più una guida fidata fuggivano, divennero di nuovo cellule erranti in ricerca di un corpo sano robusto intelligente che sappia una volta per sempre riscattare il proletariato.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Carissimo Salvo,hai ragione il tuo scritto è ancora attuale,anzi è più attuale di allora,perchè la situazione è assai peggiore che negli anni '80!
Mi ha colpito molto la tua frase"Troppi valori borghesi sono ormai radicati nelle coscienze dei proletari e la sinistra li incrementa, li fa suoi, come pure il sindacato"....è perfetta!
in fondo che volevano i comunisti?
secondo me...diventare borghesi!
ma davvero si era disposti a spartire la ricchezza? restando tutti poveri? il comunismo può essere solo imposto come in Russia,
in Italia era un contro senso,è stata l'occasione per migliorare il proprio stato economico!All'epoca un operaio aveva un salario superiore a un impiegato o un insegnante...a me sembrava giusto,la fatica di un operaio o di un contadino, non è paragonabile a nessun'altra.
e così avvenne il riscatto della proletariato che di prole non ne fece quasi più per godersi meglio il benessere conquistato.
Mi ricordo una volta di aver avuto modo di parlare con una esponente importante del PC,ella si lamentava
della scarsa partecipazione all'attività del partito,a me venne spontaneo di esclamare"ma signora chi vuole che condivida certe idee,se qui tutti ambiscono ad avere una villa a Rosamarina"!(villaggio turistico di ricconi)non seppe controbbattere!
La sinistra in Italia è finita da un pezzo!...ma forse ora che è sparita pure dal Parlamento,data la situazione economica precaria, puoddarsi che risorga!ma senza capi nuovi e carismatici non succede proprio niente!purtroppo sono idee ormai obsolete,il comunismo è morto!il modello russo è fallito,di proletari nel senso stretto della parola nemmeno l'ombra,il più povero non manca di nulla!
Le nuove generazioni?....troveranno altre soluzioni!per ora i giovani sono dormienti,divisi fra di loro,non hanno idee da portare avanti,si adeguano al precariato a vita,al lavoro nero,come se non avessero futuro da vivere!i più coraggiosi emigrano all'estero,perchè ormai c'è solo quella soluzione!L'hanno fatto i nostri nonni,i nostri padri e ora i figli poi toccherà ai nipoti! e continua....gli anni '60 sono lontanissimi....
io mi diplomai a 18 anni,a 19 ebbi già la chiamata a fare dopo-scuola dal Patronato scolastico,a 21 ebbi un incarico vero e proprio in un pluriclasse,a 24 ero già di ruolo!
se lo racconto oggi a una giovane laureata...cade dalle nuvole!
ciao Salvo,scrivere lo sai non è il mio forte!spero cmq di averti in qualche modo intrattenuto piacevolmente!questo è importante,la bella forma la lascio ai letterati,io non lo sono!
ma che importa?l'importante è scambiare idee e farsi compagnia!
un carissimo saluto
angela

salvo ha detto...

Preziosa e carissima Angela, la tua risposta al mio post è di una lucidità impressionante, credevo di essere solo a pensarla in quel modo, ma vedo che non lo sono e questo mi fa molto piacere anche se l'analisi fatta da entrambi è molto triste, ma è la realtà.
Io abito in quartiere di case popolari (le Vallette) si proprio le Vallette dove hanno costruito lo stadio delle alpi e il carcere delle vallette, un quartiere nato alla fine degli anni 50, un ghetto che in Torino quando dicevi che abitavi alle Vallette ti classificavano come la feccia della società, dove si diceva che c'era molta delinguenza, ma non era cosi, in questo quartiere sono nati i primi comitati spontanei che organizzavano lotte per ottenere servizi sociali ed altro.
Oggi è uno dei quartieri con tante piante e giardini e un grande parco. Questanno cade il cinquantenario del quartiere e si stanno preparando delle iniziative per festeggiare questo evento che durera fino al 2011, il 150 anniversario della unità d'Italia.
Le proposte che vengono avanti sono le solite feste, con balli ecc. io sto tentando di fare capire che sarebbe importante recuperare quella memoria storica che vide tanti emigranti arrivati dal Sud Italia, dal Veneto e che furono gli operai della Fiat, Lancia ecc. che furono i protagonisti delle lotte degli anni 60 e 70, che fecero aquisire quei diritti che prima non c'erano: come la quaranta ore lavorative alla settimana, le assenze per malattia pagate al cento per cento, (prima pagavano solo il cinquanta per cento) come pure i primi tre giorni di malattia che non venivano pagati, le 10 ore di assemblee retribuite nelle fabbriche, riconoscimento dei consigli di fabbrica, le ferie uguali per tutti dopo il primo anno di anzianità, l'aumento salariale uguale per tutti e poi la legge 300 (lo Statuto dei Lavoratori) sono solo alcuni diritti conquistati in quelle lotte. Le nuove generazioni non conoscono questi fatti, ecco quindi l'esigenza di fare recuperare questa memoria in occasione di questo anniversario e insieme si faccia anche musica e ballo. Un affettuoso abbraccio
Salvo