sabato 9 gennaio 2010

QUANDO LO STATO SI FA' RAZZISTA



Anche in questa occasione il ministro Maroni ha dimostrato di essere una persona spregevole. “Troppa tolleranza” verso gli stranieri, ha detto ieri dopo i fatti drammatici in Calabria.
Da perfetto razzista qual è non ha parlato delle condizioni disumane di vita e di lavoro degli stranieri, del “pizzo” che sono costretti a versare alle organizzazioni criminali per poter lavorare, degli insulti che quotidianamente ricevono da una popolazione spregevole quanto il ministro. Un ministro ipocrita che fa finta di ignorare che la “Bossi-Fini” è la legge vigente voluta dal centro-destra quasi 10 anni fa, che parla, lui e il suo partito razzista, di “sicurezza” sempre e solo a proposito di stranieri, mai delle organizzazioni criminali, mafia e camorra in testa, ormai diffuse al Nord, a Milano come a Crotone, in Brianza come a Gioia Tauro.
Un paese ormai orribile, nonostante la presenza, la volontà, l’azione di volontari e organizzazioni laiche e religiose che cercano di contrapporsi a questa miserabile deriva razzista, violenta, sprezzante di ogni diritto verso di chi parla in modo diverso dal nostro.
Un paese incolto, incattivito, superficiale, ignorante, razzista, ipocritamente cattolico, con un ministro dell’Istruzione che demagogicamente afferma che dall’anno prossimo nelle classi dovranno essere presenti non più del 30% di bambini stranieri (e gli altri?). Separazione, non integrazione, questo vuole il ministro dell’Istruzione più ignorante che l’Italia abbia mai avuto. Consiglio a tutti (anche a quelli che si credono immuni dal virus del razzismo che sta infettandoci) la lettura del libro “Quando gli albanesi eravamo noi”.
Costa poco, si può imparare molto. (Ammesso che si abbia voglia di farlo). Attilio.

1 commento:

salvo ha detto...

Quanto scritto da Attilio, mi trova pienamente daccordo. Aggiungo che non è possibile che degli uomini, solo perch... Mostra tuttoè hanno una pelle di colore diverso e che sono scappati dai loro paesi per non morire uccisi dalle guerre, oppure morire di fame, siano trattati come schiavi.
Quello che oggi succede in Calabria e la dimostrazione che finchè questi uomini protestavano solo verbalmente e con civiltà, nessuno li ascoltava e quindi sono stati costretti dalle loro condizioni di vita disumane a reaggire nel modo che stanno reaggendo. E chi può darle torto?