venerdì 4 luglio 2008

FATIMA

La quarta veggente e il piccolo telepatico
Nel libro “Messaggio di Fatima”, il cui autore è Padre Don Luciano Guerra, già parroco del santuario di Fatima, possiamo leggere: “1917: apparizione di un angelo a una certa Carolina di 12 anni e ad una piccola di Espite”.
Ora, Lucia non ha mai fatto riferimento al dialogo con l’Uraniana, una delle prime definizioni con cui la veggente indicò la “signora” - termine che deriva da Uranos (divinità greca che personificava il cielo) - in quanto essa stessa le aveva affermato di venire dal cielo. Nel 1947 il futuro vescovo di Viseu, Don José Pedro da Silva, forse trovando strano questo silenzio, chiese direttamente alla veggente: “La zia Maria da Capelinha (della Cappellina) così chiamata, afferma nella sua deposizione ufficiale, che sua figlia Carolina aveva visto un angelo passeggiare nella Cova da Iria e che chiese loro di dire tre Ave Maria, dopo, aveva chiesto alla sorella che chiedesse alla Madonna cos’era “quello” e che la sorella, nelle piccole Valli, aveva chiesto alla Madonna ottenendo la risposta che era un angelo...che c’è di vero in questo?” Lucia rispose: “Non lo so, non mi ricordo niente”. È strana questa risposta - afferma Fernandes - della veggente: non si ricorda niente? Eppure si ricorda di discorsi lunghi e segreti interminabili, con termini che all’epoca non conosceva? O quel particolare su ciò che il vescovo suggerì descrivendolo con il termine “quello” è stato eliminato dal cervello di Lucia?”. La deposizione ufficiale alla quale si riferisce D.José Pedro da Silva si trova nel documento conosciuto con il nome “Interrogatorios oficiales” del 1923. Fu redatto dal Visconte de Montelo e comprende la seguente frase, nel testo integrale: “Nelle piccole Valli, Lucia chiese alla Madonna, su richiesta del testimone (zia Maria) se la Madonna era apparsa a qualcun’altro nella Cova da Iria e la Madonna rispose che non era lei bensì un angelo, il volto che Carolina, la più giovane delle figlie della testimone, di 12 anni, e che la piccola di 7 anni di Espite, avevano visto il 28 luglio, vicino all’olivo. L’angelo era basso, molto bello, con i capelli biondi, volto che Carolina vide, dopo, sopra l’olivo”. “In realtà - spiega Fernandes - la documentazione ufficiale di Fatima c’indirizza alla visita di altri esseri alla Cova di Iria, oltre alla Madonna, e ci parla di più veggenti oltre ai tre già conosciuti. Per questo consideriamo Carolina la quarta veggente di Fatima la quale ha vissuto tutti questi anni nel più completo oblio e anonimato. Ci ha dichiarato che nessuno, nemmeno qualche sacerdote, l’ha interrogata prima di noi. Ne ha parlato solo in casa a sua madre e ai fratelli. E se il Canonico Formigâo non avesse invitato sua madre a deporre, la sua testimonianza sarebbe andata completamente persa. L’anonimato, intanto, le ha portato dei vantaggi: se avessero prestato attenzione al suo racconto, sarebbe stata infastidita dalla venerazione dei credenti ed è anche possibile che l’avrebbero mandata in convento come successe con Lucia. Invece, Carolina si è sposata e, pur non avendo avuto figli, ha avuto molte sorelle e nipoti. La sua esistenza è stata normale, senza bisogno di sacrifici esagerati per aiutare i peccatori, com’è accaduto agli altri veggenti. Per parlare con lei, non è stato necessario chiedere l’autorizzazione del vescovo della diocesi. Naturalmente abbiamo registrato tutta la sua deposizione, effettuata il giorno 22 luglio 1978, la mattina di un sabato pieno di sole. Viene qui pubblicato nella versione integrale, eccetto le ripetizioni inutili”. “Io abitavo lontano - dichiarò Carolina - stavo andando a controllare un gregge al posto del padrone. Il padrone del gregge chiese a mia madre il permesso di lasciarmi andare a casa sua finché avesse trovato un guardiano per le pecore. Mia madre mi lasciò andare. Quell’uomo aveva una cameriera che veniva dalle parti di Coimbra. Una ragazzetta che andò là per farsi insegnare da me le pulizie. Un giorno ci sedemmo a controllare il gregge, che era molto tranquillo dato il caldo. Passò un carro con delle bestie che andava a nord. Era il giorno di una fiera su a nord, da Santa Caterina in su. Dato che il gregge era calmo, dissi alla ragazza: “Conceicâo, andiamo su fino alla strada (le pecore erano in una valletta) per vedere se il carro va oltre la Cova da Iria”. Andammo là, l’osservammo e il carro andò verso nord. Dopo dissi: “Conceicâo, torniamo indietro adesso perché il gregge può combinare qualche guaio e il padrone è molto irascìbile”. Mentre passavamo, abbiamo guardato l’olivo che stava lì, che era circondato da un muretto che mia madre aveva costruito per proteggerlo dal vento e abbiamo visto una “bambina” di circa 8, 10 o forse12 anni che entrava nel piccolo recinto di pietre e camminava avanti e indietro: aveva un vestito bianco, i capelli biondi lunghi fino alle spalle. Io sentivo dentro di me una voce che mi ripeteva continuamente: “Vai lì e dì tre Ave Maria.” Così dissi all’altra ragazza: “Tu non senti niente? Non senti una voce dentro di te?” “No, non sento nulla”. Poi siamo tornate dal gregge e abbiamo visto che non si era spostato e che era ancora tranquillo, così io ho detto a Conceicâo: “Torniamo a vedere se la gente vede la stessa cosa”. Ma quando siamo tornate nello stesso punto dove avevamo visto la “bambina” vedemmo un’immagine sopra l’olivo. Non so se era la stessa cosa che avevamo visto prima ma quando lo hanno chiesto a Lucia e lei lo ha chiesto alla Madonna che rispose di non era stata Lei ad apparirmi ma un angelo. Anche l’immagine continuava a ripetermi di dire tre Ave Maria là sotto quell’albero ma non mi ricordo se l’ho fatto...ero preoccupata per il gregge e così io e l’altra ragazza siamo tornate dalle pecore”. L’apparizione avvenne verso le 9.00 le 10.00 del mattino.
Di: Cristofaro Barbato
QUINTA PARTE

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