martedì 3 giugno 2008

BARBONE


Era la vigilia di Natale, le vie della città erano piene di gente.
Tutti si muovevano freneticamente, sembravano invasi da una nevrosi collettiva impazienti di fare acquisti.
Le auto per le strade anch'esse trasmettevano la nevrosi dei loro guidatori.
Al semaforo appena scattava il verde, chi si trovava in testa se non faceva scattare il suo mezzo tempestivamente
Si tirava addosso il suono dei clacson delle auto che erano dietro.
Tutti correvano come pazzi.
Fra tutto questo caos, nel centro della città, in una via principale tutta illuminata, con le vetrine addobbate
Con le merci esposte; camminava tranquillamente un vecchietto seguito dal suo cane bastardo.
Egli spiccava in quella gran confusione per la sua calma serena.
Era questo vecchietto poverissimo, ma era in ogni modo contento della sua esistenza, guardando gli altri si
Sentiva persino felice di non essere come loro, che con quello
Andare frenetico erano alla ricerca della felicità irraggiungibile nelle cose esteriori.
Il cane anch'egli calmo seguiva il vecchietto ma impaurito dalla gente che vedeva correre intorno a lui.
Il vecchietto col suo cane si tolse da quella confusione andando a sedersi su una panchina in un parco pubblico,
che data la stagione fredda era deserta.
Il freddo serale era pungente, si alzo imitato dal suo cane e raccolse un po’ di sterpaglia, rami e alcune
Cassette di legno, portò il tutto vicino la panchina e accese il fuoco.
Seduto sulla panchina col suo cane vicino, aprì un sacchetto e tiro fuori un panino e del salame che un
Negoziante le aveva regalato.
Cominciò a mangiare dividendo il tutto col suo cane.
Era ormai notte inoltrata, nutrì il fuoco con altra legna e si distese sulla panchina, abbracciato al suo cane.
Era l'alba di Natale, c'era il gelo, il parco era tutto bianco di brina gelata.
Sulla panchina il cane si mosse e con la lingua e il suo alito caldo cercava di scaldare e svegliare il padrone che
Sentiva troppo freddo, ma l'uomo rimaneva immobile.
Il cane cominciò a guaire, aveva intuito che il suo padrone non si sarebbe più alzato.
Fu scoperto nella tarda mattinata, si raccolse attorno molta gente che mormorava: poveretto che vita
Misera faceva.
Non sapendo che se il vecchietto li avrebbe sentiti avrebbe sorriso e pensato che la vera vita misera era
La loro, che correndo continuamente alla ricerca della felicità che non era mai raggiungibile si accorgevano
Di queste situazioni solo quando era troppo tardi.

SALVO

2 commenti:

Gianna ha detto...

Storia triste, ma che fa riflettere...
Che piacevole sorpresa : la mostra dei tuoi bellissimi dipinti .Complimenti!

Leonardo ha detto...

Hai scritto un triste affresco...che purtroppo è una realtà a cui forse ci siamo abituati troppo!
Mi fa piacere vedere alcune delle tue opere esposte in questo blog,sei veramente bravo!
Un saluto cordiale da sirio.