lunedì 19 maggio 2008

SENTIMENTO



SENTIMENTO

Nella radice della parola sentimento - le cui origini risalgono al latino del Medioevo - è ancora riconoscibile il significato di sentire, che anticamente aveva un valore differente da quello odierno.
Per Leonardo da Vinci i muscoli ricevevano il sentimento dai nervi, e ancora all’inizio dell’Ottocento, Leopardi chiamava sentimenti principali la facoltà del vedere e dell’udire: erano quindi considerati sentimenti quelli che noi definiamo sensi, o la capacità di percepire sensazioni fisiche.
Questo antico valore della parola sentimento è rimasto in alcune locuzioni, come perdere i sentimenti cioè svenire, o come uscire di sentimenti ovvero perdere la pazienza.
In passato, il sentimento era anche la capacità di intendere, la comprensione di ragionamenti, segni o simboli.
Oggi, il significato di sentimento ha sfumature diverse: ciò che si sente non è più una percezione fisica, ma uno stato d’animo, un’emozione che possiamo comunicare, e noi chiamiamo sentimenti l’amore, l’amicizia, la rabbia, la nostalgia.
Si dice che i sentimenti si provano nel senso dello sperimentare o del gustare e si può parlare di sentimenti al plurale per indicare il modo di pensare e di comportarsi, cioè la morale, ovvero i buoni e i cattivi sentimenti.
Usato al singolare, il sentimento è inteso come la parte dell’animo che riguarda le emozioni, e che spesso si oppone alla ragione: si può dire, ad esempio, che le decisioni importanti non dovrebbero mai essere prese sull’onda del sentimento.
In questa accezione il sentimento può essere buono o cattivo, ma quando significa sensibilità d’animo ha sempre un valore positivo; quel film è un’opera prima: poca tecnica ma molto sentimento.
In alcuni casi il termine sentimento può significare semplicemente impegno, attenzione: con quella flemma l’alfabeto greco non l’imparerai mai, mettici più sentimento.
Quando qualcosa è ben riuscito si dice che è stato fatto con tutti i sentimenti.
Tra le parole legate a sentimento, una delle più importanti è l’aggettivo sentimentale, che giunse all’italiano attraverso l’inglese verso la fine del Settecento.
Il significato neutro di sentimentale, cioè che si riferisce al sentimento, non si usa quasi più, perché nella lingua comune sentimentale viene utilizzato per qualcuno che prova sentimenti teneri e gentili esagerando nel mostrarli.
Di qui la definizione di tipo sentimentale.
La sfumatura negativa di sentimentale diventa invece più chiara nel termine sentimentalismo, che indica un romanticismo superficiale e si distacca dal valore di sentimento.

Salvo

1 commento:

Renata ha detto...

Ce n'é di lavoro e di ricchezza anche sul tuo blog. Una bella produzione, davvero. Ti ringrazio per aver sollecitato la mia visita. Forse sai che vado pochissimo in giro sui blog. Non certo per mancanza di interesse ma, proprio e soltanto per mancanza di tempo. La sera, quando sarei più calma e disponibile, mi ritrovo stanchissima. Sapessi quanto ciò mi dispiace e mi priva!