venerdì 23 maggio 2008

RAPPORTI




LA DECADENZA DEI RAPPORTI UMANI

Abbiamo costruito soltanto fratture, discontinuità senza limiti, forme ossessive paranoiche, esportiamo la paura dell'altro, poiché l'altro potrebbe essere un possibile nemico, un profittatore, un perverso, un maniaco. D'altronde è questa la società che abbiamo costruito, non c'è caduta dal cielo. Nei contatti umani, avvertiamo la persecuzione dell'altro, l'incapacità di realizzare relazioni adeguate; le famiglie hanno normalizzato il silenzio, il rumore bianco, cioè l'incapacità di comunicare tra i membri senza l'ausilio della televisione, di un CD musicale inserito. I rapporti sociali sono un inferno, perché il sistema è decadente, è marcio. Tuttavia, molti uomini con giacca e cravatta appaiono davanti al piccolo schermo come sapienti, dalle loro bocche esplodono verità insulse, che prendiamo per buono solo perché attraversano uno schermo televisivo. La famiglia oggi è incapace di ascoltare l'altro nei propri sentimenti, di raccogliere una sfumatura, poiché qualsiasi forma qualitativa della comunicazione è stata sostituita da una pianificazione sconcertante. Manca la disponibilità, l'incapacità dei genitori di giocare con i figli, di ascoltarli, di condivider insieme i vissuti.

Oggi i bambini che sono molto bravi a giocare al computer o alla playstation, hanno perduto la capacità di domandarsi, di interrogarsi sulle molteplici curiosità del mondo; il mondo dei perché viene stroncato dall'inerzia degli adulti, in seguito dalla stanchezza di molti insegnanti che manifestano, quasi sempre, un atteggiamento annoiato, indifferente al sapere, così sterilizzano la curiosità, la paralizzano. Inoltre, i bambini non giocano più con la terra, con il fango, con la pasta di pane, con i pupazzetti di stoffa, non inventano fiabe, sognano molto poco, intorno a loro si sono decostruiti i miti, le leggende, le fiabe, si è condensato il deserto. Mi chiedo come può un ragazzo avere il desiderio di sapere, di conoscere le meraviglie dell'universo, i mille perché che attraversano la vita di tutti i giorni, quando, solitamente, nella sua famiglia si discute solo di banalità quotidiane, di pettegolezzi, di show televisivi. Fin dal concepimento il nostro caro e dolce bambino ha vissuto una stasi stupefacente, strabiliante nella sua insipidezza. È una routine insopportabile, quasi delirante che attraversa le finestre dei sensi, né muore la poesia, si frantumano le tracce del passato. Mi domando quanti genitori leggono un libro insieme ai figli e ne discutono con loro? Quanti genitori visitano con i propri figli un osservatorio astronomico, una basilica, un museo, un teatro, una mostra?
Come possiamo criticare la società, quando siamo così abulici, miseri nell'animo, mediocri. Siamo i diffusori della mediocrità, gli informatori dell'ignoranza, dell'immodestia, del perbenismo, i volgarizzatori della cultura. Tentiamo, allora, di leggere gli atteggiamenti degli adolescenti, le forme linguistiche espressive, i loro tatuaggi, le loro provocazioni, i loro gesti talvolta erotizzati, disincantati e volgari, i rumori in cui sono immersi. Forse così potremmo carpire qualche cosa.
Dovremmo chiederci da dove provengono queste forme d'essere? Sono mode nient'altro che mode! Ci accorgiamo quanto questa dimensione mediatica incombe sul loro immaginare, quanto il sapore dei gas abbia soppresso il profumo dei fiori, ed ora è possibile comprendere come queste esalazioni nefaste abbiano contribuito a decontestualizzare la loro appartenenza. Il profumo dei gas è quanto di più osceno si sia potuto realizzare, i paesaggi serali settembrini, il venticello di primavera non sono che per molti giovani soltanto delle idiozie. Hanno paura del silenzio, loro tengono moltissime cose nella testa, e passano da un pensiero all'altro senza sostare, non ascoltano neanche un respiro, un battito, tutto passa in fretta nella loro mente e si dissolve. Questo silenzio sconcertante si è installato nella psiche del giovane, l'ambientazione sonora ed iconica ha inciso notevolmente. La televisione ha sostituito il compito dei genitori, si è insinuata nei loro vuoti esistenziali, ha sigillato lo scrigno di una scena drammatica chiamata vita moderna. Le relazioni della coppia genitoriale spesso sono conflittuali, o sfilacciate, talvolta i figli sono triangolarizzati dalla coppia, la psicologia dell'infante o dell'adolescente viene lacerata da questa insostenibile tensione. Il ragazzo non può sopportare l'idea di schierarsi a favore di un genitore contro l'altro, è una richiesta impossibile che tuttavia molta follia genitoriale pretende.
Viene meno la possibilità di elaborare l'amore, di scriverlo nelle strutture cognitive, tanti piccoli rancori si affermano e si dipingono in un mosaico variegato. Questa è la rabbia che si esporta nelle relazioni sociali, nessun educatore potrà mai sradicare questa dissoluzione dell'amore. Così la rabbia e il rancore si proiettano nei rapporti relazionali, non resta che costruire un'infinità di banalità, perché non è più possibile strutturare delle relazioni durature. La famiglia malata è il prodotto di processi oggettivi distorti. Nessun politico, nessun pedagogista oggi ha considerato seriamente questo problema, non si spende una lira per l'educazione. Per educare i giovani, dobbiamo rieducare gli adulti, siamo una generazione fallita, che non ammette il proprio fallimento.
Questo sconcerto vissuto come trionfo è la ghigliottina del presente!
Non è la scuola che può essere sottoposta all'inquisizione di un tribunale delle colpe, o considerata come il capo espiatorio di questa disfatta radicale.

I politici sono preoccupati per la crisi economica che investe la nostra nazione, è un dramma reale, non si può negarlo, ma se per assurdo dovessimo mitigare i suoi effetti devastanti in un tempo relativamente breve, cosa ce ne faremmo di quel nuovo apparente benessere, quando l'intera società avrà perduto l'anima?
Molti scienziati si preoccupano del problema energetico che ci assale, soprattutto dell'energia sporca che inquina ogni cosa. Se dovessimo realizzare una forma di energia pulita, abbondante che dia prosperità, cosa ce ne faremmo in una società votata al qualunquismo ed alla distruttività ?
Sembrerà banale, ma dovremo insegnare l'amore, non attraverso un pulpito religioso o la ripetizione di frasi fatte che da duemila anni hanno sortito molto poco, ma attraverso le competenze psicologiche e le tecniche acquisite in questi ultimi decenni.

Il rischio è che in una società liberista questi interventi saranno realizzati da professionisti privati, che intascheranno tantissimi soldi alla faccia dei poveracci. Questa forma di ingiustizia sociale potrebbe perpetuarsi, così molta parte della popolazione sarà esclusa, cioè non potrà usufruire di nessuna moderna tecnica educativa.

Le progettualità pedagogiche rivolte al cambiamento non devono essere finalizzate ad un'elite, ma a tutta la popolazione. Soprattutto, nei quartieri bisogna ricostruire le relazioni frantumate, rimodulare l'aggressività, nondimeno nei rioni svantaggiati dove la devianza, il bullismo, la droga si annidano sempre di più giorno dopo giorno.
Mi chiedo cosa si è fatto?
Sicuramente, mi parlerete degli operatori di strada e di varie iniziative.
Sono tutte balle, perché dinanzi ad una voragine come questa non possiamo stopparla con un po' di colla.
Occorre smetterla di propinare false informazioni, questa è la cultura mediatica di cui ne siamo profondamente travolti.
È difficile poter informare la gente nel giusto modo, ci mancano i mezzi, ci manca tutto, chi, invece, possiede sia i mezzi che gli strumenti necessari, spesso li utilizza solo per depistare la realtà.
Occorrono corsi di formazione e non di informazione,da attuarsi nei quartieri, all'interno dei nuclei familiari e cioè proprio nelle case, bisogna sperimentarsi, riscoprire il corpo nei suoi cinque sensi con tutte le possibili implicazioni con le reti del pensiero. Le teorie della comunicazione non servono a niente se sono propinati come master freddi per dirigenti o per sfornare nuovi tecnici della comunicazione. Questi corsi dovrebbero essere rivolti alla gente comune. E' fondamentale lottare per una democrazia pulita, sottraendo con il consenso di tutti i cittadini i media dalle mani dei capitalisti, per trasformarli in agenti di cambiamento, sotto la stretta sorveglianza di chi opera nel campo dell'educazione. Non possiamo permettere ai padroni dell'informazione di imporre il loro dominio sui pensieri della gente, non sono degli esseri divini, non hanno questo diritto. Non possono essere i signori della mente, devastare la psicologia dei nostri figli, nè offendere il loro corpo, negando il diritto di scoprire la vita, di sentire la bellezza del melos, la poesia, l'amore.
Siamo tutti noi i padroni della terra e della vita, quella vita che ci è stata rubata.
Mi rendo conto di quanto sia impossibile tutto ciò che ho appena detto, ma è l'unica possibilità che abbiamo di salvarci dal disastro, comprendo è solo una mia farneticazione, sono convinto che in un mondo di sporcizia non è possibile distillare nessun frammento d'amore.
Non c'è nessuna politica, non c'è mai stata un'intenzione, se pur lontana, di qualcuno che si sia occupato di questo aspetto, si fanno solo chiacchiere, discorsi senza una progettualità, senza una vera lotta, senza nessun partito politico che propini questo percorso. Non c'è nessun sindacato che si occupi di educazione permanente, questo settore è abbandonato. Non ci resta che macchiare un foglio bianco di un grido, spero che prima o poi qualcuno lo ascolti.

Dott. Nicolò Schepis

3 commenti:

Renata ha detto...

Mi vuoi sincera o gentile ? Opto per la sincerità. Tutto sacrosantamente vero e tutto ottimo materiale su cui riflettere ma, come post sul blog è lungo. E' uno splendido trattato che afferma, come ben sappiamo,la necessità di una seria presa di coscenza da parte di tutte le componenti del tessuto sociale. Uno scritto che richiede volontà di meditazione. Chi lo leggerà per intero potrà trarne solo beneficio. speriamo che siano tanti. Un abbraccio.

Gianna ha detto...

Concordo con Renata.
Ciao Salvatore

Leonardo ha detto...

Ho letto tutto il post e concordo sui contenuti, mi sembra però espresso con toni un pò troppo catastrofici...!!
Ciao Salvo,buon w.e.