“Con la lettera del presidente Napolitano alla famiglia Craxi, si chiude degnamente il triduo di celebrazioni per l’anniversario della scomparsa del grande statista corrotto, pregiudicato e latitante: 10 anni, tanti quanti ne aveva totalizzato in Cassazione. Oggi completeranno l’opera in Senato altri luminosi statisti, come l’ex autista Renato Schifani e il pluriprescritto Silvio Berlusconi, già noto per avere definito “eroe” il mafioso pluriomicida Vittorio Mangano.
Quel che sta accadendo è fin troppo chiaro: si riabilita il corrotto morto per beatificare il corruttore vivo. Si sorvola sulla latitanza di Craxi per apparecchiare nuove leggi vergogna che risparmino la latitanza a Berlusconi. L’ha ammesso, in un lampo di lucidità, Stefania Craxi: “Gli italiani non credettero a Bettino, ma oggi credono a Berlusconi”.
Però stando a tutti i sondaggi, la stragrande maggioranza degli italiani di destra, di centro, di sinistra, è contraria a celebrare Craxi, com’è contraria alle leggi ad personam prossime venture. Forse gli italiani sono ancora migliori di chi dice di rappresentarli. E allora si dedichino pure a Craxi monumenti equestri, targhe votive, busti bronzei, strade, piazze, vicoli, parchi e soprattutto tangenziali, dopodichè si passi a Mangano, così sarà chiaro a tutti chi sono i “loro” eroi.
Noi ci terremo i nostri: a Mangano preferiamo ancora Falcone e Borsellino. A Craxi e a Berlusconi, politici diversi ma limpidi come De Gasperi e Berlinguer. Ieri poi ci è venuta un’inestinguibile nostalgia per Luigi Einaudi e Sandro Pertini”.
(Marco Travaglio, “Craxi e Mangano i loro eroi” il Fatto quotidiano, 19/01/10)
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