Lo studio dei documenti e i test in laboratorio
I ricercatori, hanno, tra l’altro, ricostruito gli spostamenti della Signora luminosa (la cui descrizione è chiaramente non conforme alla classica iconografia mariana) fino a luogo dove avveniva l’incontro con i tre pastorelli. Dall’analisi degli incartamenti esaminati i ricercatori stabilirono che l’entità si muoveva all’interno di un fascio luminoso troncoconico che si allungava e ritraeva proveniente da una “nube” che, a differenza delle altre, procedeva controvento. La presenza del fascio luminoso venne confermata dalla testimonianza diretta di Gilberto dos Santos che per ben due volte poté scorgere un fascio di luce, che dall’alto, arrivava fino all’ulivo delle apparizioni e che egli denominò “strada”. Tale fenomenologia non è nuova nell’ambito della casistica ufologica moderna in quanto analizzata in numerosi casi d’avvistamento. Gli autori, attraverso la loro inchiesta, sono riusciti a determinare i parametri della distanza del presunto “fenomeno solare”, avvenuto il 13 ottobre del 1917, rispetto alle posizioni dei testimoni al suolo. I due studiosi hanno scoperto che tutti loro si trovavano all’interno di una fascia larga circa 70 metri che attraversava l’area della Cova da Iria, dove aveva avuto luogo lo spettacolare fenomeno denominato “miracolo del sole”. Questa fascia, orientata in direzione sud-nord, conteneva tutti i testimoni che hanno riferito d’effetti secondari rilevati durante il suddetto fenomeno, quando “l’oggetto solare” (che mimava il sole) era disceso con una terrificante parabola sopra la folla di circa 60.000 persone presenti. Gli effetti notati all’interno della fascia furono: 1) un improvviso ed intenso calore. 2) l’asciugarsi istantaneo degli indumenti e del terreno inzuppati dal precedente temporale. 3) effetti fisiologici o “guarigioni miracolose”. Conseguenze che vennero rilevate all’avvicinarsi dell’oggetto (lungo circa 25 metri) che “imitava” il sole e la cui altezza da terra, secondo le testimonianze, era pressappoco come quella di un pino. Questi tre effetti insieme con le testimonianze sono sufficienti a stabilire la realtà dei fatti, in quanto si tratta di fenomeni provocati da una sorgente esterna ai testimoni. Tali effetti demoliscono le ipotesi esplicative del fenomeno solare in quanto risultato di una semplice allucinazione collettiva. Come del resto anche l’ipotesi di proiezioni d’immagini mentali caratteristiche degli stati ipnotici o simili non calza con le varie visioni di Fatima. Durante lo studio sugli aspetti cromatici del fenomeno solare descritto nel ‘17 i ricercatori scoprirono, con sorpresa, che le testimonianze dell’epoca erano simili alle caratteristiche riscontrate nei moderni avvistamenti UFO. In aggiunta, le manifestazioni del ‘17 descrivevano incredibilmente gli esperimenti di laboratorio condotti dell’astrofisico Jean-Pierre Petit del CNRS francese e Maurice Viton sull’MHD (magnetoidrodinamica) [1], che solo 65 anni dopo hanno visto la luce. Abbiamo potuto stabilire che a Fatima il cromatismo del sole era cambiato in funzione del fattore d’accelerazione del fenomeno. Alcuni ricercatori francesi in passato, fra cui Aimè Michel, hanno spiegato il fenomeno come un fascio di gas in movimento, generati dall’energia scaturita dall’oggetto (o fonte ignota) ben reale sulla Cova da Iria ed i suoi credenti. Un’altra spiegazione, molto affascinante, è quella della possibilità che delle microonde abbiano potuto servire da veicolo di comunicazione tra l’entità e i pastorelli. Infatti alcuni testimoni molto vicino al luogo delle “apparizioni” poterono sentire dei “ronzii d’api”, effetto che è stato spesso registrato nei casi di incontri ravvicinati, e che sono state anche rilevate nei campioni prelevati dal biofisico americano W. Levengood nei terreni situati all’interno dei “crop circles”.
Di: Cristofaro Barbato
TERZA PARTE
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