giovedì 28 gennaio 2010

E' POSSIBILE ESSERE SE' STESSI?

E POSSIBILE ESSERE SE STESSI?

Immersi in una realtà complessa e contraddittoria che si scontra con la complessità e le contraddizioni dell'io
La semplicità, l'umiltà, la sincerità sono valori sempre più rari, si è sospinti ad assumere atteggiamenti che non rispecchiano il vero essere dell'individuo.
Quindi dimostrarsi sicuri quando mille dubbi ci rodano, essere allegri quando vorremmo urlare dalla disperazione.
L'ipocrisia è il valore negativo che domina tutti.
Come uscire da questa situazione? Come rompere l'andazzo esistente che sempre di più fa chiudere gli individui in se stessi?
Penso che ci sia bisogno di più fiducia negli altri, lo so non è facile, molto spesso la nostra fiducia viene tradita ma per un tradimento subito non possiamo generalizzare e dire che non abbiamo più fiducia in nessuno, sarebbe questa una posizione molto negativa.
Cosa mi aspetto io dagli altri? cosa si aspettano gli altri da me? Partire da questa domanda per darci una risposta.
Una risposta potrebbe essere: accettare gli altri cosi come sono con i loro pregi e i loro difetti, riuscire ad entrare nelle sofferenze e nelle gioie degli altri senza dare giudizi.
La paura dei giudizi. Ci porta all’isolamento, a non esprimerci, a chiuderci in noi stessi e sentire gli altri sempre ostili.
Il rispetto delle persone è fondamentale, siano esse laureate o analfabete, ricche o povere, vestite bene o vestite male.
Queste risposte sembrano banali e assodate, ma purtroppo cosi non è.
Ogni persona ha un suo mondo interiore specifico, fatto di sogni, delusioni, aspettative non realizzate, ma tutte queste persone hanno in comune il desiderio di essere rispettate per quello che sono.
Salvo

mercoledì 27 gennaio 2010

Primo Levi

“Giunsi a Torino dopo 35 giorni di viaggio: la casa era in piedi, tutti i famigliari vivi, nessuno mi aspettava. Ero gonfio, barbuto e lacero, e stentai a farmi riconoscere.
Ritrovai gli amici pieni di vita,, il calore della mensa sicura, la concretezza del lavoro quotidiano, la gioia liberatrice del raccontare. Ritrovai un letto largo e pulito,
che a sera cedette morbido sotto il mio peso.
Ma solo dopo molti mesi svanì in me l’abitudine di camminare
con lo sguardo fisso al suolo, come per cercarvi qualcosa da mangiare
o da intascare e vendere per pane, e non ha cessato di visitarmi, ad intervalli
ora fitti, ora radi, un sogno pieno di spavento:
sono solo al centro di un nulla grigio e torbido, ed ecco io so che cosa significa,
e so di averlo sempre saputo: sono di nuovo in un Lager, e nulla era vero all’infuori del Lager.
Il resto era breve vacanza, o inganno dei sensi, sogno: la famiglia, la natura in fiore, la casa.
Ora questo sogno interno, il sogno di pace è finito, e nel sogno esterno, che prosegue gelido, odo risuonare una voce, ben nota; una sola parola, non imperiosa, anzi breve e sommessa.
E’ il comando dell’alba in Auschwitz, una parola straniera, temuta e attesa: alzarsi, “Wstawàc”

Primo Levi, La Tregua, Einaudi, pag. 269

martedì 19 gennaio 2010

VIVA L'ITALIA

“Con la lettera del presidente Napolitano alla famiglia Craxi, si chiude degnamente il triduo di celebrazioni per l’anniversario della scomparsa del grande statista corrotto, pregiudicato e latitante: 10 anni, tanti quanti ne aveva totalizzato in Cassazione. Oggi completeranno l’opera in Senato altri luminosi statisti, come l’ex autista Renato Schifani e il pluriprescritto Silvio Berlusconi, già noto per avere definito “eroe” il mafioso pluriomicida Vittorio Mangano.
Quel che sta accadendo è fin troppo chiaro: si riabilita il corrotto morto per beatificare il corruttore vivo. Si sorvola sulla latitanza di Craxi per apparecchiare nuove leggi vergogna che risparmino la latitanza a Berlusconi. L’ha ammesso, in un lampo di lucidità, Stefania Craxi: “Gli italiani non credettero a Bettino, ma oggi credono a Berlusconi”.
Però stando a tutti i sondaggi, la stragrande maggioranza degli italiani di destra, di centro, di sinistra, è contraria a celebrare Craxi, com’è contraria alle leggi ad personam prossime venture. Forse gli italiani sono ancora migliori di chi dice di rappresentarli. E allora si dedichino pure a Craxi monumenti equestri, targhe votive, busti bronzei, strade, piazze, vicoli, parchi e soprattutto tangenziali, dopodichè si passi a Mangano, così sarà chiaro a tutti chi sono i “loro” eroi.
Noi ci terremo i nostri: a Mangano preferiamo ancora Falcone e Borsellino. A Craxi e a Berlusconi, politici diversi ma limpidi come De Gasperi e Berlinguer. Ieri poi ci è venuta un’inestinguibile nostalgia per Luigi Einaudi e Sandro Pertini”.
(Marco Travaglio, “Craxi e Mangano i loro eroi” il Fatto quotidiano, 19/01/10)

venerdì 15 gennaio 2010

UN MONDO ARMONIOSO



VOGLIAMO CREDERCI

Non credo al diritto del più forte
al linguaggio delle armi, alla potenza dei potenti.
Voglio credere al diritto dell’essere umano,
alla mano aperta, alla potenza dei non violenti.
Non credo alla razza o alla ricchezza, ai privilegi,
all’ordine stabilito.
Voglio credere che tutti gli esseri umani siano esseri
umani, e che l’ordine del potere e dell’ingiustizia sia un
disordine.
Non credo di potermi disinteressare
a ciò che succede lontano da qui.
Voglio credere che il mondo intero sia la mia casa
e il campo nel quale semino,
e che tutti mietano ciò che tutti hanno seminato.
Non credo di poter combattere altrove l’oppressione
se tollero l’ingiustizia qui.
Voglio credere che il diritto sia uno, tanto qui, quanto
altrove; e che non sono libera
finché un solo essere umano sia schiavo.
Non credo che la guerra e la fame siano inevitabili
e la pace irraggiungibile.
Voglio credere all’azione semplice,
all’amore a mani nude, alla pace sulla terra.
Non credo che il sogno degli esseri umani resterà
sogno e che la morte sarà la fine.
Oso credere invece sempre e nonostante tutto,
alla creatura nuova.
Oso credere al sogno di Dio stesso, un cielo nuovo,
una terra nuova dove abiterà la giustizia.
(Dorothee Sölle)

mercoledì 13 gennaio 2010

L'ANOMALIA UMANA



Immaginiamo che l'universo sia un grande uomo gigantesco, le galassie sono il suo cervello con la sua mente e le sue connessioni, per governate questo grande corpo.
Le stelle sono i suoi organi, i pianeti sono le sue cellule, l'energia presente in tutto l'insieme e il suo flusso sanguigno essenziale per la sua vita.
In questo immenso corpo e cioè le cellule che sono i pianeti, ne esiste uno chiamato terra.
Questa piccola cellula ospita sei miliardi di micro organismi che sono gli uomini.
Questo corpo gigantesco che è l'universo, è armonioso. Nel piccolo pianeta terra c'è una vita vegetale, animale ed umana, l'armonia dell'universo è presente anche in questo pianeta, ma riguarda solo la vita vegetale ed animale, mentre negli umani esiste una anomalia, non c'è armonia.
L'armonia universale è disturbata da questa presenza anomala. Il grande corpo dell'universo ne soffre e sente il male che la disarmonia degli umani provoca nell'insieme del suo corpo.
Fra questi piccoli microbi umani, esistono conflitti continui, fra essi c'è ne stato uno in Germania che è riuscito a massacrare milioni e milioni di altri micro organismi, con l'obbiettivo di creare una razza superiore. Ma esistono anche dei micro organismi, capaci di rapportarsi con armonia agli altri esseri viventi, sia vegetali che animali, uno di essi, di sesso femminile, un giorno vide nel suo giardino un pipistrello ferito che non riusciva più a volare, lo raccolse con amore, e lo portò dal veterinario per farlo curare. Queste grandi contraddizioni esistente su questo pianeta, creano conflitti continui e quindi una disarmonia che non è di questo universo.
Per raggiunge una armonia totale che si rapporti con il resto dell'universo, è necessario che ogni essere vivente dell'umanità, faccia azioni anche piccole, come quella del pipistrello.
Ogni essere e come una goccia d'acqua, l'oceano è formato da miliardi di gocce d'acqua.

Salvo

sabato 9 gennaio 2010

LA STORIA SI RIPETE

QUELLO CHE DICEVANO GLI AMERICANI DI NOI ITALIANI

“Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l’acqua, molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno e alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due, dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina, sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni petulanti e noiosi.
\Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici, ma perché s’è diffusa la voce di alcuni stupri
consumati dopo agguati in strade periferiche quando lo donne tornano dal lavoro.
I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro Paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, di attività criminali”.
(Relazione dell’ Ispettorato per l’Immigrazione del Congresso americano relativa agli immigrati italiani negli Usa. New York, 1912).

QUANDO LO STATO SI FA' RAZZISTA



Anche in questa occasione il ministro Maroni ha dimostrato di essere una persona spregevole. “Troppa tolleranza” verso gli stranieri, ha detto ieri dopo i fatti drammatici in Calabria.
Da perfetto razzista qual è non ha parlato delle condizioni disumane di vita e di lavoro degli stranieri, del “pizzo” che sono costretti a versare alle organizzazioni criminali per poter lavorare, degli insulti che quotidianamente ricevono da una popolazione spregevole quanto il ministro. Un ministro ipocrita che fa finta di ignorare che la “Bossi-Fini” è la legge vigente voluta dal centro-destra quasi 10 anni fa, che parla, lui e il suo partito razzista, di “sicurezza” sempre e solo a proposito di stranieri, mai delle organizzazioni criminali, mafia e camorra in testa, ormai diffuse al Nord, a Milano come a Crotone, in Brianza come a Gioia Tauro.
Un paese ormai orribile, nonostante la presenza, la volontà, l’azione di volontari e organizzazioni laiche e religiose che cercano di contrapporsi a questa miserabile deriva razzista, violenta, sprezzante di ogni diritto verso di chi parla in modo diverso dal nostro.
Un paese incolto, incattivito, superficiale, ignorante, razzista, ipocritamente cattolico, con un ministro dell’Istruzione che demagogicamente afferma che dall’anno prossimo nelle classi dovranno essere presenti non più del 30% di bambini stranieri (e gli altri?). Separazione, non integrazione, questo vuole il ministro dell’Istruzione più ignorante che l’Italia abbia mai avuto. Consiglio a tutti (anche a quelli che si credono immuni dal virus del razzismo che sta infettandoci) la lettura del libro “Quando gli albanesi eravamo noi”.
Costa poco, si può imparare molto. (Ammesso che si abbia voglia di farlo). Attilio.

lunedì 4 gennaio 2010

STORIELLA DI PRIMAVERA

Storiella di primavera: EMAIL RICEVUTA DA NADIA
 
Un giorno, un cieco era seduto sul gradino di un marciapiede con un
cappello ai suoi piedi e un pezzo di cartone con scritto: «Sono cieco,
aiutatemi per favore».
Un pubblicitario che passava di lì si fermò e notò che vi erano solo alcuni
centesimi nel cappello.
Si chinò e versò della moneta, poi senza chiedere il permesso al cieco,
prese il cartone, lo girò e vi scrisse sopra un'altra frase.
Al pomeriggio, il pubblicitario ripassò dal cieco e notò che il suo
cappello era pieno di monete e di banconote.
Il cieco riconobbe il passo dell'uomo e gli domandò se era stato lui che
aveva scritto sul suo pezzo di cartone e soprattutto che cosa vi avesse
annotato. Il pubblicitario rispose: 'Nulla che non sia vero, ho solamente
riscritto la tua frase in un altro modo'. Sorrise e se ne andò.
Il cieco non seppe mai che sul suo pezzo di cartone vi era scritto: 'Oggi è
primavera e io non posso vederla'.
 
Morale:
 
Cambia la tua strategia quando le cose non vanno molto bene e vedrai che poi and
rà meglio.
Se non inoltri questa mail non ti capiterà nulla, ma inviala almeno a quelle
persone che secondo te meritano di vedere la primavera e a tutti quelli che tu v
orresti vedere sempre sorridere, perché il loro sorriso renda
migliore questo mondo.
*Se un giorno ti verrà rimproverato che il tuo lavoro non è stato fatto con prof
essionalità, rispondi che l'Arca di Noè è stata costruita da dilettanti .......e
  il Titanic da professionisti!
Che la Primavera sia fuori e dentro di noi.